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IL CASO KRAH Fonte: http://www.doncurzionitoglia.com/caso_krah_20110725.htm |
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
Il caso Williamson-Nahrath 2010 1°) Verso la metà del novembre 2010 mons. Richard Williamson decide di farsi difendere dall’accusa di “revisionismo” dall’avvocato Wolfram Nahrath. Quindi chiede al suo primo difensore, avv. Matthias Lossmann, se vuole difenderlo assieme a Nahrath. Lossman rifiuta e mons. Williamson gli ritira l’incarico. |
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2°) Il 18 novembre l’avv. Nahrath informa via fax il giudice Eisvogel che l’avv. Lossmann ha rinunciato all’incarico e che sarà lui (Nahrath) a difendere mons. Williamson. |
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3°) Appena 32 minuti dopo il messaggio - via fax - di Nahrath alla dottoressa Eisvogel, la redazione del settimanale Der Spiegel telefona all’avv. Nahrath e gli chiede spiegazioni sulla sua futura difesa legale di mons. Williamson. |
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4°) Il 19 novembre sempre Der Spiegel pubblica la notizia secondo la quale l’avv. Nahrath è un rappresentante politico del partito neo-nazista tedesco per cui anche mons. Williamson sarebbe un filo-nazista. In realtà il partito nazista tedesco è fuori legge dal 1945, e Nahrath fa parte del “Partito Nazionale e Democratico” (NPD), un partito di estrema destra, ma non nazista. Perciò
Krah e il sionismo 1°) L’avv. Lossmann era stato scelto nel 2009 da Krah per difendere mons. Williamson. Eppure Krah, oggettivamente (il cuore o le intenzioni soggettive li scruta solo Dio e a Lui lascio il giudizio), aveva partecipato alla campagna stampa contro mons. Williamson, scoppiata il 20 gennaio del 2009, tramite interviste rilasciate alla rivista radical-socialista Der Spiegel di orientamento politico molto simile al settimanale italiano “L’Espresso”dell’ingegner Carlo De Benedetti. |
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4°) Infine, e questa è la parte oggettivamente più interessante (non voglio curarmi di tutte le altre faccende connesse a tale caso), Krah ha partecipato (“contra factum non valet argumenum”) nel settembre 2010 a New York, assieme a vecchi allievi dell’Università di Tel Aviv, ad una colletta per aiutare gli studenti ebrei della diaspora a raggiungere lo Stato d’Israele per essere formati presso l’Università sionista di Tel Aviv; si possono vedere le foto di Krah e compagni, qualificati come israeliti. Vedi http://www.aftau.org/site/PageServer?pagename= |
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5°) La risposta di Krah ai commenti succitati è venuta alla fine del dicembre 2010, pubblicata sul sito Ignis Ardens http://z10.invisionfree.com/Ignis_Ardens/index.php?show |
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San Pio X (il Santo protettore dei “tradizionalisti”) nel 1904 rispose a Teodoro Herzl (il fondatore del sionismo, 1896), che gli aveva chiesto di riconoscere il movimento sionista e l’eventuale futuro Stato di Israele: «Sino a che Israele non riconoscerà Cristo come Messia e Dio, la Chiesa non potrà riconoscere il sionismo e Israele». Quindi oggettivamente tra cattolicesimo e sionismo vi è incompatibilità e la “doppia appartenenza” non è lecita.
Attualità del caso |
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1°) In questi giorni si sente e si legge che si vuol denunciare alla magistratura coloro che si sono occupati del “caso Krah”. |
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2°) Dopo il processo del 5 luglio 2011 a mons. Williamson in Germania, Maximilien Krah ha rilasciato una deposizione in tribunale oggettivamente denigratoria ed oltraggiosa contro il Vescovo britannico. |
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Da-http://www.sueddeutsche.de/bayern/prozess-gegen-bischof-williamson-plaudernuebergaskammern-1.1116124 : […]Una comunità di sacerdoti cattolici difficilmente può distanziarsi maggiormente da uno dei suoi membri. Dicono che monsignor Richard Williamson sia uno stravagante, uno con un profondo problema con il riconoscimento della realtà il quale "ogni due anni, con bella regolarità, crede nella fine del mondo". Così disse lunedì scorso a Ratisbona Maximilian Krah, l'amministratore legale della Fraternità in Germania, a proposito di Williamson, membro della stessa comunità. Alla fine riassume: "Un tipo balzano si potrebbe definirlo, credo". Così ciò che era stato ideato come testimonianza davanti al tribunale provinciale, fu allo stesso tempo una pubblica presa di distanza fatta dalla Fraternità nei confronti del loro confratello decaduto, del cui agire ebbe un'altra volta a giudicare un tribunale.[…] [1] |
Purtroppo nessuno è intervenuto, non dico per difendere mons. Williamson, ma neppure per pacificare gli animi ed invitare ad una maggiore educazione nell’uso dei termini impiegati contro di lui. Nessuno ha preso le distanze dalle offese oggettive e pubbliche rivolte da un fedele laico cattolico-tradizionalista, quale si dice Krah, contro un Vescovo cattolico. Non è oggettivamente corretto. |
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3°) Quindi mi sento moralmente obbligato a prendere posizione pubblica su tale caso, non per fare pettegolezzi, né processi alle intenzioni, ma per cercare di stabilire la verità oggettiva dei fatti. Voglio sperare che ciò sia ancora legalmente lecito; moralmente lo è senza ombra di dubbio. Spero di riuscire nel mio intento. Qualora mi sia sbagliato, correggetemi pure. Perciò scrivo pubblicamente. Se la denunzia minacciata viene fatta per appurare la verità su quanto scritto riguardo Krah, essa è lecita. Se egli è stato denigrato va risarcito, altrimenti si riconosca la verità dei fatti. Se colui che minaccia la denunzia è stato calunniato, il ricorso alla giustizia è doveroso anche per difendere la propria buona fama, ma è gravemente scorretto tirare in ballo l’equiparazione antisionismo/antisemitismo e l’antigiudaismo o l’istigazione all’odio razziale, e denunciare come antisemita chi ha posto la questione se la “doppia appartenenza” al sionismo e al cattolicesimo tradizionale[2] sia lecita. Adesso c’è solo da aspettare e sperare, senza fare inutili congetture, che venga fatta chiarezza su questo “affare”, il quale è oggettivamente inquietante ed è bene che sia risolto. |
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4°) Sino ad ora non ho voluto occuparmi di questa faccenda, la cui parte finanziaria, etnica e “complottistica” non ritengo oggettivamente rilevante. Ho atteso risposte convincenti, che dissipino ogni dubbio circa la compatibilità tra la Fede cattolica e l’ideologia sionistica. Una risposta è venuta da Krah, ma essa è piuttosto un’intimidazione che una risposta o delucidazione. Ora sembra che si voglia rispondere. Speriamo e auguriamoci che lo si faccia correttamente e non persecutoriamente e che la verità trionfi sul dubbio, il quale tanto male ha fatto e fa ai cattolici fedeli alla Tradizione apostolica e al Magistero costante della Chiesa, che a partire da Nostra aetate (1965) ha conosciuto un “crescendo rossiniano” di cedimento al giudaismo post-biblico. Se mi si vuol denunciare per aver espresso queste perplessità sulla coerenza e correttezza di un certo modo di pensare ed agire, lo si faccia pure. “È meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti degli Apostoli), che - se così fosse - si allontanano dalle vie del Signore. Sancte Pie X, ora pro nobis! Don Curzio Nitoglia |
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PS: Molti dei ‘siti’ citati nel presente articolo sono stati fatti chiudere, ma le notizie riportate da essi sono state controllate e trovate oggettivamente conformi alla realtà. Se qualcuno trovasse qualche inesattezza lo invito a farmela notare. Sarò il primo a prenderne atto e a rettificare. |
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[2] Si noti che persino Paolo VI non ha voluto riconoscere esplicitamente lo “Stato di Israele” ed implicitamente la compatibilità del sionismo con il cristianesimo. Soltanto Giovanni Paolo II lo ha fatto nel 1993. |